Un racconto dal mare

Ricollegandomi a quanto scritto sul blog diverso tempo fa (La ricerca di paesaggi intimi), mi sto appassionando sempre di più alla ricerca dei dettagli di una scena. L’occhio si affina e si abitua; automaticamente, cade su precisi elementi sui quali intendo concentrarmi e di conseguenza, mi lascio trasportare dall’emozione che sento dentro di me. Più che creare una fotografia che documenta, mi interessa maggiormente creare una fotografia che esprime. L’oggetto può essere appunto uno stato d’animo, un’emozione.

È successo così nel corso della mia ultima visita in Toscana lungo la costa tirrenica, per la quale mi ero prefissato l’obiettivo di dedicarmi prevalentemente al mare, approfittando di alcune giornate ventose con il mare mosso.

Per sfruttare al meglio il tempo e la luce a disposizione, mi sono recato al tramonto e all’alba del giorno successivo nella stessa caletta che visitavo per la prima volta, sebbene si trovi in una località che frequento da tutta la vita.

Nel pomeriggio del secondo giorno ho cambiato zona e sono risalito lungo la costa. Il mare sembrava essersi leggermente calmato e il cielo si tingeva sempre di più di colori sognanti, che si riflettevano sulla superficie marina.

All’alba del terzo giorno il cielo era quasi completamente coperto. Soltanto alcuni spiragli di luce sopra l’orizzonte; ciononostante, la luce era ideale per concentrarmi invece sulle forme bizzarre e sui “disegni” naturali che mi circondavano.

Una breve sequenza di immagini e di suoni registrati nel corso di questi giorni.

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Un fiume psichedelico

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