Di nuovo in Val d’Orcia

Da quando sono stato in Val d’Orcia e nelle Crete Senesi per la prima volta a giugno 2020, tra colline ondulate e modellate dalle stagioni e dal lavoro dell’uomo, la bellezza e la serenità dei luoghi che vi ho trovato mi hanno spinto a tornarci altre tre volte nel corso del tempo. Della prima e della seconda ho già trattato rispettivamente su YouTube e qui nella sezione blog.

Due fotografie tratte dall’alba dell’ultimo giorno della mia seconda visita a cavallo tra aprile e maggio 2022.

Sono contento di approfondire nel tempo la conoscenza di questo territorio; sento, infatti, che mi sta arricchendo a livello personale e spesso mi chiedo se anche da parte mia ci sia qualcosa che riesco a trasmettere e a donare a esso. È una domanda che mi pongo in genere con qualunque paesaggio; a maggior ragione con uno così famoso.
Dopo tutto, si tratta di uno dei paesaggi più gettonati non solamente in Italia, ma nel mondo intero e che cosa posso mai aggiungere o dare io a un luogo che già milioni di persone hanno visitato e rappresentato? Il rischio di produrre fotografie simili le une alle altre è alto.
E allora che cosa fare?
Credo che la risposta sia semplicemente uscire a fotografare divertendosi, mantenendosi coerenti e con il desiderio costante di lasciarsi stupire.

Così, con grande entusiasmo vi sono tornato a inizio novembre in quello che normalmente viene definito un ottimo periodo per le nebbie. Sarebbe stato, però, un errore sciocco da parte mia basare la riuscita di un giro di cinque giorni solamente su di esse e infatti in nessuna di quelle mattine le ho viste. Sono importanti invece lo spirito con cui affrontiamo il viaggio e la voglia di lasciarci guidare da ciò che ci colpisce. Forse per i colori diversi rispetto alle visite precedenti o per la luce che guidava la composizione, in quella settimana autunnale ho avuto modo di dedicare più tempo alle dolci geometrie delle colline, prediligendo inquadrature ravvicinate che escludessero il cielo grazie all’utilizzo di un teleobiettivo.

La quarta e ultima visita è molto recente, avvenuta all’inizio di quest’anno. Nei giorni precedenti l’idea di recarmi tra San Quirico d’Orcia e Pienza non mi aveva nemmeno sfiorato; è bastata, però, un’immagine passata davanti gli occhi su Instagram ad accendere nuovamente il desiderio di tornarci. Un’occhiata alle previsioni ed era fatta, quasi la totale certezza di nebbie tra le valli alle prime ore del mattino e poche nuvole in cielo, così che la luce del sole potesse inondare il paesaggio avvolto nel mistero.
Dopo esser partito nel cuore della notte e aver guidato per quattro ore, mi sono trattenuto solamente per l’alba. Poi sono ripartito; sarebbe stato più saggio fermarmi ulteriormente, ma dentro di me ciò che avevo vissuto in quel breve tempo era sufficiente; inoltre, ero riuscito a realizzare le fotografie che avevo in mente, in condizioni addirittura migliori di quelle previste.
Di fronte a momenti come questi non posso che sentirmi infinitamente grato.
Poco prima di lasciare San Quirico d’Orcia ho avuto un breve e piacevole scambio di parole con una ragazza proveniente dalla Cina, la quale mi ha raccontato di esservisi trasferita, poiché follemente innamorata della Val d’Orcia. Glielo leggevo negli occhi, nel sorriso mentre guardava davanti a sé il paesaggio ancora avvolto nella nebbia da cui spuntavano lontani cipressi come alberi di navi in mezzo a un mare ignoto. Le ricordava dei quadri cinesi, così ha commentato. Infine, ha aggiunto che ogni giorno percorre quella strada e ogni giorno si commuove quando il suo sguardo si leva sul paesaggio.
Mentre mi parlava, dentro di me ho sentito un’esplosione di felicità nei suoi confronti. Durante il ritorno ho pensato più volte alla sua storia e ho compreso più profondamente quanto nella vita ci sia bisogno del bello, che troviamo nella Natura.
Non conosco il nome di quella ragazza, ma desidero ringraziarla per le parole che ha voluto condividere con me e che hanno reso ancora più speciale quella mattinata.

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È solo un mucchio di sassi

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