Le magnifiche Highlands d’Islanda
Era inverno quando visitai per la prima volta l’Islanda nel 2020. Prima della partenza ero talmente estasiato all’idea di poter visitare finalmente quella lontana isola, di cui avevo letto e visto tanto, da provare ormai una certa riverenza verso di essa ogni volta che aprivo internet alla ricerca di un nuovo dettaglio o dell’ennesimo posto da annotare. Più leggevo e segnavo luoghi e più mi accorgevo di quanto personale la faccenda stesse già diventando; mai, infatti, prima di quel viaggio mi ero sentito così profondamente coinvolto.
A quel tempo non avevo molte conoscenze sugli Altopiani interni o Hálendið, ma anche se ne avessi avute, difficilmente mi ci sarei recato, dal momento che in autonomia è possibile accedervi solamente d’estate su veicoli 4x4 adatti alle F-roads, ossia le strade di montagna (F sta per fjalla, montagne). In realtà, è possibile anche nella stagione invernale, ma è opportuno affidarsi a guide con superjeep modificate in grado di reggere condizioni estreme.
A tal proposito, consiglio di dare un’occhiata ai lavori del fotografo scozzese Bruce Percy, il quale ha stupendamente rappresentato gli altopiani in chiave minimalista anche durante l’inverno.
Al ritorno dal viaggio cominciai a interessarmi maggiormente a quella vasta e misteriosa regione interna meno battuta dai turisti. Secondo le mie letture, coloro che la visitavano ne rimanevano fortemente stregati; è facile dire lo stesso per tutta l’Islanda, ma, a detta di tanti, nelle Highlands c’era qualcosa di così selvaggio e puro che inevitabilmente il mio animo ne rimase turbato, sospeso tra l’attesa di osservare finalmente dal vivo quei paesaggi e la paura di ritrovarmi sopraffatto da una Natura troppo grande per poter essere compresa.
Ciò ebbe l’effetto di aumentare a dismisura il mio desiderio di andarci.
Quest’anno ho scelto di dedicare tra la fine di giugno e l’inizio di luglio quasi un intero viaggio alla mia personale scoperta degli Altopiani, in particolare nella vasta area di Fjallabak. Se da un lato tale decisione mi ha portato a escludere nuovamente alcuni luoghi già tralasciati la volta precedente, dall’altro mi ha donato momenti impagabili, nel contesto di una Natura maestosa e al contempo severa, i cui repentini capricci hanno condizionato e stravolto continuamente i piani.
ll tempo in Islanda bisogna solamente accettarlo. Continuamente quest’isola ci rammenta che siamo noi a doverci adattare, non viceversa, ma in questo modo lo spettro di emozioni che percepiamo ci rende vivi e in sintonia con ciò che ci circonda.
Qui sotto il video tratto da questo splendido viaggio.