Aurora Boreale in Italia

Se prima di un anno fa mi avessero detto che in Italia sarebbe stato possibile osservare l’aurora boreale, non ci avrei creduto nemmeno per un secondo. A dir la verità, ci sono stati degli avvistamenti nel corso della storia, ad esempio intorno alla metà dell’800, quando un’intensa tempesta geomagnetica rese visibile il fenomeno a Roma e a Napoli.
Una mattina di novembre [2023] aprì Facebook sul telefono e subito lessi una notizia che aveva dell’incredibile: “Aurora boreale in Italia”. Di primo acchito pensai a qualche simpatico e poco originale fotomontaggio oppure all’AI, che tanto facilmente riesce a ingannare un occhio non allenato; eppure, quella notizia era riportata continuamente da fonti e pagine autorevoli; ne parlavano persino in televisione e in radio. Sembrava quindi vera!
Alla prima naturale reazione di stupore seguì inevitabilmente il rammarico per essermi perso un evento di tale portata. Un’aurora boreale in Italia… dentro di me non riuscivo ancora a realizzarlo.
Immagini di un cielo rosso sopra le Dolomiti riprese dalle webcam correvano senza sosta tra i social networks e tutti si chiedevano quando si sarebbe potuto assistere a un secondo evento simile. Non se, ma quando, come se si desse per scontato che si sarebbe rivista una seconda volta nel giro di poco tempo.

Link di riferimento: https://www.passioneastronomia.it/aurora-boreale-perche-si-e-vista-in-italia-e-quando-si-rivedra/

Dopo due o tre giorni smisi di pensarci e di controllare gli aggiornamenti relativi all’attività solare. Ormai sembrava altamente improbabile che l’evento potesse ripetersi.
Ecco invece che nella notte tra il 10 e l’11 maggio riapparvero su siti come Instagram alcune segnalazioni in tutta l’Europa meridionale. L’aurora (e i SAR) si stava manifestando ancora una volta e di nuovo me la stavo perdendo. A differenza di novembre non lo venni a sapere il giorno seguente, ma la sera stessa; quando lessi la notizia l’aurora stava già diminuendo, perciò rinunciai definitivamente all’idea di salire in macchina e di partire senza una meta precisa.
Il fenomeno era stato così intenso che fu possibile osservarlo persino nei cieli del Sud Italia. L’invidia per coloro che l’avevano vista e fotografata era grande, anche per via di alcuni scatti che circolavano in rete, decisamente migliori rispetto a quelli della prima volta.

Link di riferimento: https://www.astronomitaly.com/blog/astronomy-pictures-and-news/aurora-boreale-sar-tra-10-e-11-maggio-2024-scritta-una-pagina-di-storia-astronomica-tempesta-geomagnetica-g5

Se a maggio avevo badato poco agli aggiornamenti sull’attività solare, la sera del 10 ottobre invece non feci lo stesso errore. Il giorno precedente si era verificata una grande espulsione di massa coronale (CME) che avrebbe investito la Terra nel giro di poco tempo; per la terza volta si ripresentava l’occasione di vedere l’aurora boreale e gli archi aurorali nei cieli italiani. Controllavo costantemente diversi siti e seguivo discussioni specifiche. Neanche a farlo apposta, quella sera l’indice Kp (su una scala che va da 0 a 9) era segnato come 8+ a partire dalle ore 20 fino alle ore 05 del giorno successivo e le previsioni davano un cielo pulito per tutto quell’arco temporale. Neanche quando mi è capitato di osservare l’aurora in Islanda, in Groenlandia o in Svezia l’indice era così alto.
Intenzionato a non perdere questa preziosa chance, nel tardo pomeriggio salii immediatamente in macchina e mi recai al Monte Maniva, che dista meno di un’ora e mezza da Brescia, per essere così abbastanza lontano dall’inquinamento luminoso e per provare a sfruttare il paesaggio come elemento terreno di una eventuale fotografia.

Nel video il seguito di questo racconto.

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