Ritratto kazako
Raramente mi dedico a generi che di per sé hanno poco a che fare con la natura, non certo per una mancanza di interesse o una scarsa considerazione, bensì per una forma di timidezza oppure per una certa soggezione che ad esempio fare un ritratto mi trasmette, che non deriva tanto dalla persona fotografata in sé, che sia una donna, un uomo, giovane o adulto poco mi importa, quanto dall’ambizione di incontrare e ritrarre l’intimità della persona stessa. Fare un ritratto è una cosa seria.
Mi rendo conto che da quanto ho scritto devo dare l’impressione di prenderla in maniera troppo rigida e di precludermi da solo il divertimento e la curiosità, che invece sono parti fondamentali per la riuscita di uno scatto. In realtà, mi ci vuole solo un po’ per sbloccarmi in queste situazioni.
Ad aprile 2023 ho trascorso quasi una decina di giorni nel Kazakistan occidentale, nella misteriosa e affascinante regione del Mangystau, che si affaccia sul Mar Caspio. Di questo viaggio tratterò più avanti nel dettaglio; per ora vorrei soffermarmi su alcuni momenti ad Aktau, capoluogo della regione, durante una promenade in riva al mare (o meglio, lago).
Quel pomeriggio avevo notato diverse donne e ragazze che indossavano affascinanti colorati abiti tradizionali; alcune riunite in gruppi di cinque o sei chiamavano a sé turisti stranieri per farsi ritrarre, altre, invece, erano in una compagnia molto più ristretta. Era il caso della ragazza mostrata qui sotto, intenta a scherzare con un’amica e a provare diverse pose comiche tra i canneti. Solitamente, dopo cinque secondi di apparente serietà scoppiava in un’allegra risata.
Yuliya, la guida del viaggio, subito si era mossa per fare loro qualche scatto e, vedendomi lì nei pressi, mi aveva invitato a unirmi in questa improvvisata sessione fotografica. Superato l’imbarazzo dei primi secondi, mi sono molto divertito e insieme a loro ridevamo anche noi, dato che la ragazza veniva spesso stuzzicata dall’amica tramite buffe espressioni.
Ho diversi scatti in cui incontro lo sguardo penetrante della ragazza; ciononostante, ho preferito quelli in cui lei guarda altrove, forse perché racchiudono più spontaneità e perché mi pare che stia cercando di trattenere il più possibile la risata (e infatti qualche secondo dopo non ce l’ha più fatta).
Mi auguro vivamente che in questi scatti si colga il carattere allegro e giocoso della ragazza in quel momento, oltre, naturalmente, al suo fascino. Sono passati diversi mesi dal viaggio in Kazakistan, ma ancora oggi quel pomeriggio rappresenta un dolce ricordo che spesso mi torna in mente e mi dà più fiducia in queste situazioni.